giovedì, dicembre 28, 2006

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Aspettate.. schiaccio il bottone "play".. ecco, adesso posso scrivere sul serio.

Questa sera sono uscito, in cerca di non so cosa. Sta di fatto che ho trovato qualcosa, a dispetto della mia ricerca, vana in partenza. Nonostante le varie teste di cazzo che sembrano affollare questo mio paesucolo del cazzo (chissà che non me ne riesca ad andare, un giorno, di qua), ho scambiato due parole con una persona con cui non parlavo da un sacco di tempo. Mi ha fatto bene, l'ho trovato maturato, cambiato. O forse quelo cambiato sono io, potrei essermi inpuerilito di colpo, dipende dai punti di vista.

Ho passato la mattina a fare la valigia. O meglio, l'ho passata togliendo roba, sperando che si chiudesse. Peccato, sembra che da un momento all'altro possa esplodere da quell'angolo e tappezzare la mia stanza con i brandelli delle mutande di Paperino, regalo di Natale. Se deve morire, speriamo non lo faccia domani in macchina, lì sì che sarebbe una vera tragedia.

Ultimamente sono un po' fissato, musicalmente parlando. Se ci dimentichiamo per un attimo della notte scorsa, in cui ho ascoltato soltanto una canzone di Dylan, ripetuta sino alla nausea, le cose oggi già sono migliorate. Ora ascolto DUE canzoni, Mr. Hendrix e Bob Dylan. Quindi, la colonna sonora per leggere quanto segue è:

"Ballad of a Thin Man", Bob Dylan
"All along the Watchtower", Jimi Hendrix

Adesso sì che possiamo parlare a quttr'occhi, io e te, mio dolce lettore.
Secondo me l'uomo (ma anche la donna) non viaggia mai. Non esiste la voglia di "vedere cosa c'è al di là della siepe", c'è solo la consapevolezza o meno di scappare da qualcosa, da qualcuno. Che, come diceva uno famoso, da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merx. Sì, penso che di solito chi viaggia sia in fuga da qualcosa, spesso da sè stesso. Chi lo riconosce si rassegna, e smette di correre affannosamente. E allora ti sistemi, ti fai una casa, una famiglia, e cerchi un buon oppiaceo sociale che ti faccia dimenticare il mondo di merda in cui vivi.
E c'è chi non si rassegna. E di fronte a lui mi tolgo tanto di cappello. Non ti fermare mai.

[Bah, questa sera è andata male, si comincia veramente dal basso, speriamo che andando avanti la cosa migliori.]

Come dicevo prima, domani si parte. Speriamo di divertirci, speriamo che vada tutto bene. Le premesse ci sono tutte: buona gente, e tanta altra eccezionale.
Che palle. Qualunque sia il punto di partenza, si finisce sempre a parlare della gente che conosco. C'è questa persona qui che... e c'è invece quest'altra che... al contrario, quest'altra persona... che palle! Ma perchè cazzo non riesco a parlare mai di me stesso? E' troppo facile parlare degli altri, devo farmi violenza e parlare di qualcosa di intimamente mio. Sembra che io sia rimasto l'ultimo su questa terra a non riuscirci. Qualcuno vuole sapere qualcosa? Per esempio, perchè diavolo resto qua ad ammorbare una pagina web con i miei deliri notturni? Prego, si facciano avanti lorsignori, il biglietto prevede una consumazione gratuita.
Questa notte devo mandare una mail a tutti i gheys (si legge guys) della radio, troppa libertà=troppi casini. E' ora di fare la voce grossa e fare quello che avrei dovuto sin dall'inizio.
(Se questo è parlare di sè stessi, lettore mio, tirami un cartone in faccia, perchè proprio mi faccio schifo quando scrivo di certi argomenti, quasi a bullarmene).

Ho voglia di leggere, questa notte. Purtroppo non so cosa. Mi servirebbe un libro tipo "Il vecchio e il mare" (problemi per i gatti di Ernest, a proposito), oppure del calibro di "Oceano Mare". Valli a trovare, te, libri del genere. Penso che ora spegnerò il pc, mi butterò sul letto sfatto che odora ancora di me, infilerò le cuffiette dell'iPod e passerò la notte con gli occhi sbarrati, quasi catatonico, fissando il soffitto che non riuscirò a vedere. E ho voglia di riprendere in mano quel basso che non tocco da troppo tempo. Ma penso che mi potrebbe fare più male che bene, le corde suonate non sarebbero tanto dello strumento, quanto dell'anima. La soluzione delle cuffiette continua ad essere la migliore, fino ad adesso.
Quanto mi è costato aver cominciato a suonare... a quante cose ho rinunciato, e quanto ho fatto stare male una persona. Altre le ho fatte stare male (eufemismo edulcorante, diciamo che il termine giusto è "incazzare") quando ho pubblicamente ammesso di voler smettere, altre amicizie rovinate. Quanti sogni, tutti a portata di mano. Non so ancora se la scelta che ho fatto sia stata la migliore ("quello in cui vivi è il migliore dei mondi possibili", diceva qualcuno al Candide) di certo nemmeno chi mi ha tolto il saluto, allora, se la passa tanto meglio, oggi. Chissà, forse avrei avuto un futuro, nella musica. Ma forse no, forse sarei rimasto solo uno dei centinaia di mediocri che suonicchiano in giro per feste dell'unità e serate del liscio. Non lo so. L'unica cosa certa, è che questa sera non voglio rimpianti, voglio solo qualcuno con cui chiaccherare. Qualcuno con cui chiaccherare tutta la notte, qualcuno di abbastanza profondo da capirmi.


Una cosa, che forse striderà con il resto del post. Riccardo, ho scritto a Bruno. La mia idea per la tesina va benissimo. Ah, ah!